A typical Afranio thing!
1924–2024: omaggio all’artista a cento anni dalla nascita

Palazzo Collicola, Musei Civici di Spoleto
a cura di Serena Schioppa

 

Progetto per il Centenario di Afranio Metelli, a cura di Serena Schioppa

Inaugurazione: 14 Dicembre, 11.30–13.30
Fino al 23 Febbraio (Lunedì 10.30–13.30, dal Giovedì alla Domenica 10.30–13.00 e 14.30–17.30)

Un omaggio ad Afranio Metelli (1924–2011) che celebra il centenario dell’artista umbro, curato da Serena Schioppa, residente e collaboratrice dei Mahler & LeWitt Studios. Metelli è noto per la sua pratica diversificata che incorpora disegno, collage, pittura e scultura. A typical Afranio thing! presenterà quattro cicli di opere, tutte incentrate sulla ripetizione degli stessi soggetti: autoritratti, nature morte, pugili e un “d’après” Balthus, una serie ispirata al celebre quadro dell’artista francese, Lezione di chitarra. Le piccole variazioni, che emergono in ogni ciclo di opere, creano un contrasto tra il familiare e l’ignoto, tra il quotidiano e l’eccezionale. Metelli manipola i diversi soggetti in modo quasi ossessivo, trasformandoli in un rito visivo che si ripete incessantemente.

A typical Afranio thing! si concentra su sole quattro serie per sottolineare l’urgenza di Metelli verso il comprendere e promuovere l’arte come una conversazione quotidiana e continua, capace di rispondere a sentimenti e idee attuali – sviluppando argomenti, trovando occasionalmente accordi – e quindi di essere costantemente nuova e rilevante.

Ogni serie rivela una trama complessa fatta di piccole differenze. Ogni opera testimonia la ricerca costante di Metelli sulla possibilità di generare nuovi significati attraverso la ripetizione. Metelli e Sol LeWitt, che ha vissuto e lavorato a Spoleto per lunghi periodi durante la sua carriera, erano amici intimi e colleghi: il loro comune interesse per la serialità non è insignificante.

A typical Afranio thing! incoraggia lo spettatore a concentrarsi sui dettagli, a scoprire differenze nascoste e a riflettere sul valore estetico della reiterazione. Quest’ultima, per Metelli, non è mai ridondante, ma sembra diventare un atto meditativo e, allo stesso tempo, pratico: una continua riscoperta che trasforma l’arte in un infinito processo di variazione.

La mostra è il risultato di una residenza realizzata da Schioppa presso i Mahler & LeWitt Studios in collaborazione con lo studio e l’archivio Afranio Metelli. L’esposizione, inoltre, è stata l’occasione di un attento lavoro di pulitura delle opere pittoriche e di stabilizzazione di quelle scultoree. Parte delle cornici delle opere in mostra è stata progettata e realizzata appositamente per l’occasione.

I Musei Civici di Spoleto e la famiglia Metelli desiderano ringraziare Carol LeWitt per il suo generoso sostegno al Progetto Centenario Afranio Metelli.

Afranio Metelli, fine anni ’70, foto: Alberto Zanmatti

Afranio Metelli nasce a Campello sul Clitunno nel 1924. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Perugia, si trasferisce a Gualdo Tadino, città umbra in cui lavora come decoratore ceramico fino al 1952. Si sposta poi in Costa Azzurra, attratto dall’ambiente artistico di Vallauris, dove l’influenza di Picasso segna profondamente il suo stile. Nel 1954 è a Roma e, a partire dal 1960, inizia a sperimentare forme astratte, utilizzando tecniche e materiali innovativi. Dopo un periodo in Messico, in cui si concentra sulla riproduzione di immagini Maya, e una parentesi a Los Angeles, torna in Italia nel 1971, partecipando a numerose mostre. A partire dagli anni Ottanta espone in diverse gallerie, soprattutto in Umbria, e nel 1991-92 è presente alla mostra Open Mind di Sol LeWitt a Hartford. Metelli muore a Spoleto il 28 giugno 2011.