Cecilia Ceccherini & Alberto Valz Gris
Umru: racconti da un paesaggio idrosociale
MUTECO Museo del Tessuto e del Costume, Spoleto
29 Giugno – 30 Settembre
Con Giulia Deval, Henry Albert, Guglielmo Diana.
In collaborazione con Musei Civici di Spoleto, a
cura di Guy Robertson.
Inaugurazione: 29.06, 10.00–19.00 (tour 11.00)
Orari d’apertura: dal Venerdì alla Domenica 10:30–13:00/16:00–18:30
Evento: 06.07, 17.00, Radio 2Mondi, Piazza Mentana: Cecilia Ceccherini e Alberto Valz Gris in conversazione con Saverio Verini (Direttore, Musei Civici di Spoleto) @fuorifestival
Un arazzo in larga scala e un’installazione sonora, Umru: racconti da un paesaggio idrosociale è un progetto di collaborazione dell’artista Cecilia Ceccherini e del geografo Alberto Valz Gris che esplora il modo in cui le comunità sono definite dal loro accesso all’acqua. La mostra mette in luce la realtà della scarsità d’acqua, creando allo stesso tempo uno spazio poetico e riflessivo per riflettere sulle interazioni uomo-ambiente nel contesto del collasso climatico.
L’ecologia politica descrive l’acqua come un assemblaggio multiforme e dinamico di umani e non umani, di corpi e macchine, di trasformazioni storiche e futuri imprevedibili. Questa realtà è meglio catturata dal termine usato da Ceccherini e Valz Gris, “paesaggi idrosociali”: “Siamo interessati a chiederci come la combinazione di modi di conoscenza scientifico-sociali e mitopoietici possa contribuire alla comprensione delle crisi attuali e modellare visioni alternative”.
Prendendo Spoleto e i suoi dintorni come punto di partenza, Ceccherini e Valz Gris attingono a diversi soggetti locali tra cui la leggenda del drago di San Felice e Mauro, intesa come mitologia dell’acqua, le fonti d’acqua contestate utilizzate per l’imbottigliamento commerciale di acqua potabile, e la sopravvivenza di un raro gambero di montagna nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questi racconti sono intrecciati nell’arazzo di Ceccherini utilizzando simboli semi-astratti e interconnessi, mentre la scrittura diaristica e sperimentale di Valz Gris, interpretata dall’autore Henry Albert ed eseguita dall’artista del suono Giulia Deval, crea un paesaggio sonoro polivocale ed evocativo ispirato alle voci profetiche di le Sibille, che danno il nome agli stessi monti.
Il progetto è stato sviluppato durante una serie di residenze di ricerca ospitate dai Mahler & LeWitt Studios, a partire dal 2022. Ceccherini, che ha visitato Spoleto per la prima volta nell’ambito del programma “Art for the Environment” di Lucy Orta con la University of the Arts London, ha ha collaborato con la designer tessile francese ed esperta di tintura naturale Maïté Oucèni per tingere la lana necessaria per l’arazzo. Oucèni, che ha soggiornato presso i Mahler & LeWitt Studios nel 2022 in collaborazione con l’Ethical Fashion Initiative e sostenuto dalla Fondazione Carla Fendi, ha ospitato un workshop pubblico con Ceccherini e ha tinto la lana utilizzando il guado, un pigmento blu originario dell’Italia e raccolto in Umbria fino a quando il mercato globale dell’Indaco non ha preso il sopravvento.
Cecilia Ceccherini e Alberto Valz Gris, studi visivi dalle escursioni (Gli occhi di Pilato)
Cecilia Ceccherini, Montagna madre di tutte le acque (bozzetto ad acquerello), ink on paper, 21x50cm
Cecilia Ceccherini, Galattofora, filato tuftato tinto naturalmente su garza di cotone, 45x45 cm
Cecilia Ceccherini e Alberto Valz Gris presso Mahler & LeWitt Studios.
Cecilia Ceccherini interseca l’artigianato con l’arte concettuale. Il suo interesse è rivelare le relazioni che gli esseri umani intrattengono con gli altri esseri viventi attraverso la pratica artistica e il design. Dopo essersi diplomata in Arti Decorative presso l’Accademia Albertina di Belle Arti (Torino, Italia), nel 2019, ha completato un MA in Textile Design presso il Chelsea College of Arts (Londra UK) dove si è specializzata in tessitura. Lì ha iniziato a sviluppare tessuti e arazzi che, come oggetti di uso quotidiano che hanno anche qualità scultoree e pittoriche, combinano efficacemente i suoi approcci estetici e scientifici. Interseca la sua pratica con l’educazione artistica, lavorando con scuole con un particolare interesse per le pratiche collettive e collaborative.
Alberto Valz Gris lavora all’intersezione tra geografia urbana e arti visive. Ha conseguito un M.Sc. in Architettura (Politecnico di Torino), un MA in Belle Arti (Sandberg Instituut, Amsterdam) e un dottorato di ricerca in geografia economica e politica (Politecnico di Torino). Il suo principale interesse di ricerca risiede nelle geografie del metabolismo socio-naturale come possibilità di tracciare le diverse, complesse e dinamiche interazioni tra gli esseri umani e l’ambiente su scala locale e regionale. I suoi progetti recenti hanno esplorato le dinamiche dell’estrazione delle risorse naturali e le storie stratificate dello sviluppo infrastrutturale, attingendo al lavoro sul campo in diversi contesti, come il boom dell’estrazione del litio nell’Atacama (Argentina e Cile) e gli effetti dell’espansione portuale del Pireo (Grecia). Combinando riflessione teorica e ricerca sul campo in contributi testuali e produzioni audiovisive, la sua pratica di geografo si impegna con l’analisi critica come tentativo di reinventare le relazioni che gli esseri umani intrattengono con l’ambiente circostante.
Henry Albert (Bethesda, 1989) è uno sceneggiatore e filmmaker che lavora tra l’Italia e il resto del mondo. Il suo lavoro fa da ponte da sempre tra la scrittura e il video, tra l’editoriale e il filmico. Si forma a Londra nella newsroom di Monocle Magazine, per poi avviare una carriera da freelance tra Torino, Milano e Berlino come giornalista, autore e art director, collaborando con media e brand globali. Ha scritto articoli e girato documentari per diverse istituzioni e testate giornalistiche come The New York Times, Monocle, Vice, e Haus der Kulturen der Welt. Nel 2020 vince la menzione speciale della giuria al Premio Solinas Experimenta Serie; insieme a Santabelva, collettivo di cui è cofondatore, dirige il lungometraggio documentario Corpo dei Giorni, vincitore della sezione documentario italiano al Torino Film Festival 2022.
Giulia Deval (Torino, 1993) è una cantante e sound artist che lavora tra musica sperimentale e arte contemporanea. La sua ricerca ha attraversato diversi formati come concerti di personaggi immaginari, performance-lectures, installazioni audiovisive e attività workshop-based per voci e nastri magnetici ambientate in scenari fantascientifici. Il suo lavoro è stato presentato tra Europa e Messico nel corso di residenze artistiche, progetti interdisciplinari e tour internazionali. Ha pubblicato Terrapolis, album per voce e nastro magnetico ispirato al bestiario di Donna Haraway (ANS, 2020), Nepantleras (zOaR Records, 2022) come parte del duo XIPE insieme a Ivan Bringas, con il master di Elliott Sharp e Nicole / Overwhelmed by the Unexplained con l’alter ego Nino Gvilia (Hive Mind Records, 2024). E’ stata invited curator per il programma Audio Formal di Hangar a Barcellona nel 2021; ha preso parte a Moondog Project insieme all’ensemble Lapsus Lumine nel 2019 esibendosi con Jim Black alla batteria
ed Ernst Reijseger al violoncello. giuliadeval.com
Guglielmo Diana (Torino, 1994), aka Dayana è un artista sonoro e sound designer. Diplomato in conservatorio in Musica Jazz e biennio in Musica Elettronica, lavora come compositore e sound designer per arti performative, multimediali, installative e videoludiche. Insegna sound design presso lo IED di Torino ed è membro del collettivo di musica contemporanea Pietra Tonale. Ha collaborato con Studio Fludd sonorizzando la video installazione interattiva per il museo di Ca’ Select a Venezia per Montenegro. Ha realizzato i suoni e le musiche per Universe For Sale con Tmesis Studio e Akupara Games. Ha collaborato con Piccola Compagnia della Magnolia, Michele Di Mauro, col Teatro Stabile di Torino e con Marche Teatro.
Spoleto Festival dei Due Mondi Il Festival dei Due Mondi è stato fondato dal compositore d’opera Gian Carlo Menotti nel 1958 ed è stato uno dei primi festival artistici multidisciplinari di questo tipo. Ha rapidamente ottenuto riconoscimenti internazionali per lo sviluppo e la promozione dell’arte d’avanguardia. Si svolge nei mesi di giugno e luglio di ogni anno e si avvale delle numerose sedi espositive e di spettacoli di cui vanta la città di Spoleto, tra cui il Teatro Romano, due teatri d’opera e diverse chiese. La direttrice del festival è Monique Veaute. festivaldispoleto.com
Musei Civici di Spoleto La rete museale di Spoleto offre una panoramica completa del patrimonio storico-culturale della città e della regione, di rilevanza nazionale e internazionale. Il direttore è Saverio Verini (già MACRO e Fondazione Memmo). L’offerta museale si compone di dieci musei, tra questi Palazzo Collicola: un’importante collezione di arte visiva del XX secolo e contemporanea con opere di Sol LeWitt, Alberto Burri, Beverly Pepper, Alexander Calder, tra molti altri.
MUTECO – The Museum of Textile and Costume Il Museo raccoglie reperti dal XIV al XX secolo, molti dei quali raccolti dalla storica del tessile Lucia Portoghesi. Tra i tessuti umbri sono straordinarie le prime tovaglie perugine, simili a quelle riprodotte nei dipinti di artisti come Leonardo da Vinci, Ghirlandaio e Giotto. Il Museo comprende anche importanti oggetti regali, religiosi e domestici provenienti dall’Italia e dall’estero.