William Kentridge, Bronwyn Lace, Neo Muyanga

 

Un progetto di Fondazione Carla Fendi e Mahler & LeWitt Studios

in collaborazione con Spoleto68 Festival dei Due Mondi, giugno–luglio 2025

 

La Fondazione Carla Fendi e i Mahler & LeWitt Studios ospitano The Centre for the Less Good Idea, in un progetto in collaborazione con Spoleto68 Festival dei Due Mondi.

Il programma, curato da Guy Robertson (Curatore e Co-Direttore, Mahler & LeWitt Studios) e prodotto dalla Fondazione Carla Fendi, include residenze, workshops, eventi – tra cui una lecture di William Kentridge – e la mostra Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas, che presenterà in anteprima quattro diorami animati, realizzati da Anathi Conjwa, William Kentridge, Micca Manganye e Sabine Theunissen, oltre al video Moments of making di Noah Cohen.

Fondato nel 2016 da William Kentridge e Bronwyn Lace a Johannesburg, in Sudafrica, The Centre for the Less Good Idea promuove progetti collaborativi e interdisciplinari, con particolare attenzione al supporto di artisti del continente africano. La sua peculiare strategia è quella di incoraggiare gli artisti a perseguire “l’idea meno buona”: ovvero quell’idea che inizialmente si pone ai margini, come risultato di un blocco creativo o di un caso fortuito, ma che in seguito porta a maggiori opportunità esplorative.

“Che cosa significa seguire l’idea meno buona?” dice Kentridge in occasione della sua recente nomina a Parigi come nuovo membro dell’Académie des Beaux-Arts. “Quando ho iniziato a realizzare disegni animati utilizzando una tecnica di disegno e cancellazione con carboncino, pensavo di sbagliare continuamente. Non riuscivo a ottenere una cancellazione perfetta. Ho provato diverse carte e gomme, rimaneva sempre una traccia grigia. Alla fine, gli amici mi hanno detto: ‘Smettila di lamentarti, è questa macchia grigia, questa traccia del tempo, che è interessante. Quanto sono stato stupido a non averlo visto prima? La macchia grigia che segue la linea – questa è l’idea meno buona. Ma ‘l’idea meno buona’ ha anche significati più ampi, inclusa una diffidenza verso le grandi idee”. Aggiunge Kentridge: “La storia del ventesimo secolo ci ha mostrato i disastri che hanno accompagnato ogni progetto che affermava di essere certo su come il mondo dovesse essere. Quando le grandi idee falliscono, cerca altre soluzioni più vicine, più parziali, più circoscritte. Il nome – The Centre for the Less Good Idea – proviene da un proverbio africano, che consiglia, ‘Se il buon dottore non può curarti, trova il dottore meno buono.’

Il Centro condividerà la propria filosofia e i propri metodi in alcuni workshop ed eventi, tra cui un’introduzione pratica alle tecniche di Pepper’s Ghost, un workshop di composizione dal vivo, che utilizza archivi di film muti e alcune conversazioni con gli artisti. 

EXHIBITION  info>>

Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas

con Anathi Conjwa, William Kentridge, Micca Manganye, and Sabine Theunissen

Ex Battistero Manna d’Oro, Piazza del Duomo, Spoleto

Inaugurazione: 28.06, 11.00–19.00

28.06–13.07 lunedi alla domenica 11.00–19.00

(gli orari di chiusura potrebbero variare in base alla programmazione del Festival)

18–20 luglio e 25–27 luglio, lunedi alla domenica 11.00–19.00

WORKSHOPS  info>>

An introduction to the Pepper’s Ghost 

01.07, 18.00–20.00, Sala Pegasus 

Sounding Pictures – live scores to silent films

02.07, 10.00–13.00 / 15.00–18.00, Sala Pegasus

EVENTS  info>>

Bronwyn Lace and Neo Muyanga in conversation with Guy Robertson

29.06. 11.00, Ex Battistero Manna d’Oro, Piazza del Duomo, Spoleto

Finding the Less Good Idea, with William Kentridge

09.07. 19.30, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, Piazza del Duomo, Spoleto

Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas

Ex-Battistero della Manna d’Oro, Pizza del Duomo

La mostra Unhappen Unhappen Unhappen – Pepper’s Ghost Dioramas presenterà in anteprima quattro diorami animati realizzati con la tecnica Pepper’s Ghost, da Anathi Conjwa, William Kentridge, Micca Manganye e Sabine Theunissen.

La parola Unhappen (termine inesistente che potremmo tradurre con “non succedere, disfare”) descrive il processo che cancella l’accadere di un trauma passato; il suo non senso tuttavia ne rende evidente l’impossibilità. Nel contesto del Centro, questo trauma è riferito alla storia dell’apartheid e della colonizzazione, ma si estende anche a esperienze personali difficili. La ripetizione di Unhappen è conflittuale: rafforza il ricordo e al tempo stesso funge da mantra, una preghiera per tentare una riconciliazione con il passato e con la storia.

In questo processo l’utilizzo della tecnica Pepper’s Ghost consente agli artisti di costruire e de-costruire i ricordi giocando con la memoria. Prendendo il nome da John Henry Pepper che la rese popolare nel 1862, Pepper’s Ghost è una tecnica di illusione teatrale vittoriana che utilizza uno specchio semi-argentato che consente di vedere oggetti e performer dietro lo specchio (se illuminate) e di riflettere le immagini davanti allo specchio (se illuminate). L’introduzione del compositing video e della proiezione dal vivo, insieme al dynamic sound e al lighting design, ha reso possibili nuovi approcci narrativi. Esperimenti con la tecnica fanno emergere idee alternative per un approccio visivo che scava nel passato di storie dolorose e controverse e riporta in vita vecchi archivi di immagini.

Sin dal 2019 la pratica Pepper’s Ghost è uno degli strumenti distintivi del Centro. I diorami animati combinano la tecnica unitamente al teatro da tavolo e al teatro dei burattini, in modo inedito. Come mondi narrativi completi in miniatura, questi diorami animati in Unhappen Unhappen Unhappen creano uno spazio performativo stratificato e continuo che riprende una varietà di temi:

Micca Manganye – Hands Una breve e coinvolgente opera musicale e performativa gioca con le possibilità della proiezione e dell’esecuzione dal vivo ed esplora il corpo come strumento intrinsecamente percussivo.

Anathi Conjwa – Tata In Tata, Anathi Conjwa incarna e commemora il suo defunto padre, un veterano di uMkhonto we Sizwe (MK), riconoscendo i sacrifici fatti dai combattenti sudafricani per la libertà in nome della democrazia del paese. Stivali militari cadono come bombe sullo sfondo della performance in miniatura, mentre la figura di Conjwa si muove, canta, intona lamenti, commemora e rende omaggio a questa storia.

William Kentridge – Mayakovsky Una versione sperimentale della tragedia d’avanguardia originale, Mayakovsky usa Pepper’s Ghost per abbinare testo e performance con i disegni e le animazioni di Kentridge. É una meditazione sulla performatività della prosa e sul ricorso del linguaggio come forma di ristoro (o di satira) nell’affrontare l’atto di vivere oggi.

Sabine Theunissen – A Moment in the Wind Set designer e collaboratrice di lunga data di Kentridge, Sabine Theunissen crea un’opera completamente nuova, mescolando il suo tipico stile scenografico con la proiezione di vignette create con pupazzi, il suo approccio al Pepper’s Ghost dà vita a un’installazione immersiva e performativa in miniatura. La mostra includerà anche Moments of Making di Noah Cohen, delle sequenze filmate dei processi che riflettono sui momenti giocosi, intangibili e spesso vulnerabili che emergono durante la ricerca dell’idea meno buona. Riadattato e distillato in un cortometraggio, il processo di individuazione di ciò che è secondario – l’idea periferica, la scoperta accidentale, la luce tremolante ai margini – viene messo in risalto e conservato.

La mostra includerà anche Moments of Making di Noah Cohen, delle sequenze filmate dei processi che riflettono sui momenti giocosi, intangibili e spesso vulnerabili che emergono durante la ricerca dell’idea meno buona. Riadattato e distillato in un cortometraggio, il processo di individuazione di ciò che è secondario – l’idea periferica, la scoperta accidentale, la luce tremolante ai margini – viene messo in risalto e conservato.

WORKSHOP 01.07, 18.00–20.00, Sala Pegasus

An introduction to the Pepper’s Ghost [workshop in Inglese]. 

“Attivato attraverso il processo di creazione collaborativa del Centro, il Pepper’s Ghost diventa un dispositivo che consente di entrare in contatto con altri mondi e di entrare in comunione con essi”.

“Come possiamo iniziare a guardare un’immagine in modo collettivo e collaborativo? Quali sono i modi in cui un archivio visivo, radicato nelle pesanti storie del colonialismo e reso silenzioso attraverso un approccio estrattivo alla fotografia, può iniziare a parlare?”

Pepper’s Ghost è diventato un meccanismo che contiene alcune delle principali metodologie e pratiche creative del Centro, ovvero la creazione collettiva, la sperimentazione libera, l’improvvisazione e la collaborazione costante. Sia come tecnica di performance che come dispositivo per il workshop, Pepper’s Ghost consente esplorazioni generative uniche, in particolare quando si utilizzano filmati e immagini d’archivio. In questo modo, Pepper’s Ghost consente di entrare nell’immagine, di entrare nella storia e di situarsi nel contesto dell’immagine.

Questo workshop attingerà al ricco archivio di prove filmate del Centro per esplorare le opportunità della tecnologia Pepper’s Ghost sia in teoria che in pratica.

Iscriviti al workshop:  info@mahler-lewitt.org con oggetto ‘Pepper’s Ghost’ Aperto a tutti gli artisti, curatori e ricercatori. Invia una breve descrizione (max 250 parole) in cui spieghi perché vorresti partecipare, insieme a un CV, un portfolio e link a qualsiasi lavoro pertinente.

WORKSHOP 02.07, 10.00–13.00 / 15.00–18.00, Sala Pegasus

Sounding Pictures – live scores to silent films [workshop in Inglese e Italiano]

Cosa succede quando guardiamo un film muto collettivamente e in modo collaborativo, rispondendo con suoni, performance e testi improvvisati e dal vivo, e come questo influenza la narrazione del film? Con un’indagine centrale sulla drammaturgia del suono, Sounding Pictures prende una serie di cortometraggi muti contemporanei come provocazione per i musicisti che, in molti casi, li incontreranno per la prima volta, di fronte a un pubblico dal vivo. Questo è un processo che richiede un ascolto profondo da parte degli artisti.

“Gli artisti devono ascoltare profondamente e in modo reattivo ciò che le immagini suggeriscono come narrazione. Devono essere creativi e collaborativi e devono, in un certo senso, lavorare telepaticamente tra loro per creare una colonna sonora dal vivo”, afferma la guida del Centre, Neo Muyanga.

Nel guardare un film specifico con due o tre colonne sonore diverse e, successivamente, con due o tre narrazioni o interpretazioni diverse, la speranza è che ci sia una differenza nella narrazione del film e una scoperta fatta nel divario tra intenzione e interpretazione”.

Candidature per il workshop:  info@mahler-lewitt.org con oggetto: “Sounding Pictures” Compositori, musicisti e sound artist di tutte le età con almeno tre anni di esperienza professionale sono invitati a candidarsi, così come registi, artisti o ricercatori che lavorano con il cinema, che possono presentare cortometraggi muti (durata massima 5 minuti) da utilizzare nel workshop. Anche studenti, curatori e altre parti interessate sono invitati a candidarsi per osservare il workshop. Si prega di inviare una breve descrizione (max 250 parole) in cui si spiega perché si desidera partecipare insieme a un CV, un portfolio e link a qualsiasi lavoro pertinente.

EVENT 29.06, 11.00–12.00, Ex-Battistero Manna d’Oro, Piazza del Duomo, Spoleto

Bronwyn Lace and Neo Muyanga: in conversation with Guy Robertson [in Inglese]

In conversazione con Guy Robertson, curatore e direttore dei Mahler & LeWitt Studios, Bronwyn Lace e Neo Muyanga discutono della filosofia e delle strategie di The Centre for the Less Good Idea.

EVENT 09.07, 19.30–20.30, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, Piazza del Duomo, Spoleto

Finding the Less Good Idea: a lecture with William Kentridge [Inglese e Italiano]

Kentridge esporrà le connessioni tematiche e metodologiche tra il suo lavoro teatrale e il lavoro di The Centre for the Less Good Idea.

 

BIOGRAPHIES

Anathi ‘Ithana’ Conjwa è una cantautrice, creatrice teatrale e un’attivista per la salute mentale. Co-fondatrice della compagnia teatrale Intsusa, Conjiwa ha scritto e messo in scena la pièce teatrale pluripremiata a livello internazionale A Place of Knowing. Collaboratrice frequente sia di The Centre for the Less Good Idea che di William Kentridge, Conjwa ha lavorato con vari artisti in numerose rappresentazioni di livello internazionale tra Parigi, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Come musicista, Conjwa è nota come “Ithana” e spesso unisce le sue capacità di musicista e creatrice teatrale per produrre avvincenti spettacoli musicali.

William Kentridge è un artista, progettista, performer, regista e fondatore di The Centre for the Less Good Idea. Nato a Johannesburg, in Sudafrica, è acclamato a livello internazionale per i suoi disegni, film, spettacoli teatrali e produzioni operistiche. Abbracciando la collaborazione e l’impollinazione incrociata di vari media e generi, tra cui performance, film, letteratura e altro, il suo lavoro risponde spesso alle eredità del colonialismo e dell’apartheid, nel contesto del panorama socio-politico del Sudafrica. Cancellazione, gioco, incertezza e approccio metodologico sono anche caratteristiche della sua pratica artistica. Il background teatrale, così come le iniziali sperimentazioni con l’animazione in stop-motion continuano a caratterizzare gran parte del lavoro che produce oggi, sia per il palcoscenico, che in galleria, studio o conferenza.

Bronwyn Lace è un’artista visiva che ha collaborato con William Kentridge alla fondazione e istituzione di The Centre for the Less Good Idea. Per Lace, nata in Botswana e attualmente attiva tra Austria e Sudafrica, la pratica artistica riguarda la relazione tra arte e altri campi quali la fisica, la letteratura, la filosofia, la pratica museale, l’istruzione, ma anche le specificità del luogo, la reattività e la performatività. Attualmente la posizione di Lace tra Sudafrica e Austria la vede anche impegnata a stabilire relazioni tra il Centro e altri spazi e istituzioni artistiche collaborative e sperimentali in tutto il mondo.

Micca Manganye è un musicista e performer di Johannesburg specializzato in percussioni e performance dal vivo. Manganye è profondamente ispirato dalla musicalità intrinseca del corpo, del mondo e della propria comunità. Il suo viaggio nella performance è iniziato nel 2002 con il Township Mirror Theatre Group attraverso il quale ha partecipato a numerose performance e ha iniziato a lavorare con importanti performer, musicisti, compositori e creatori teatrali. Manganye ha iniziato a collaborare con William Kentridge e The Centre for the Less Good Idea nel 2019 con il suo primo lavoro da solista “Untshini Wena”. Da allora è diventato un collaboratore frequente del Centro.

Neo Muyanga è un compositore e artista di installazioni, nonché l’impresario di The Centre for the Less Good Idea. Il suo lavoro attraversa l’opera contemporanea, l’improvvisazione e la canzone idiomatica africana. Al Centro, Muyanga lavora alla creazione e implementazione di un programma performativo elaborando nuove strategie di incubazione e sviluppo con cui attirare nuovi artisti e pensatori verso il Centro.

Sabine Theunissen ha studiato architettura a Bruxelles. Dopo un anno presso l’ufficio tecnico della Scala di Milano, è entrata a far parte del Royal Theatre de La Monnaie (Bruxelles) dove ha lavorato per 17 anni nello studio di progettazione. Nel 2003 ha incontrato William Kentridge. La loro collaborazione è iniziata con Magic Flute (2005). Da allora, ha progettato scenografie per le sue produzioni operistiche, e anche per le sue installazioni artistiche e mostre, Vive a Bruxelles e lavora contemporaneamente con altri registi e coreografi.

Carla Fendi Foundation La Fondazione Carla Fendi promuove e realizza eventi artistici, restauri, progetti scientifici e sociali. Sin dalla sua costituzione nel 2007, la Fondazione ha collaborato con il Festival dei Due Mondi di Spoleto, diventandone Main Partner nel 2012. Tra i suoi progetti a Spoleto, la Fondazione organizza l’annuale Premio Carla Fendi, assegnato a Carol LeWitt e Marina Mahler nel 2021 per i servizi culturali resi a Spoleto. I fondi del premio sostengono una serie di residenze e progetti artistici presso i Mahler & LeWitt Studios. fondazionecarlafendi.it

Mahler & LeWitt Studios offre un programma di residenze e progetti speciali basati sugli ex studi di Anna Mahler e Sol LeWitt a Spoleto, Italia. La Torre Bonomo, una torre medievale un tempo utilizzata come residenza e spazio espositivo dalla gallerista Marilena Bonomo, è anch’essa centrale nel programma. Il programma è curato da Guy Robertson (biografia). mahler-lewitt.org